cogitoetvolo.it - I ricordi del mare









Search Preview

I ricordi del mare | Cogito et Volo

cogitoetvolo.it
Un libro scritto con parole alate
.it > cogitoetvolo.it

SEO audit: Content analysis

Language Error! No language localisation is found.
Title I ricordi del mare | Cogito et Volo
Text / HTML ratio 51 %
Frame Excellent! The website does not use iFrame solutions.
Flash Excellent! The website does not have any flash contents.
Keywords cloud di che il è del la si padre Jay una al figlio cui quello sono suo pag Dan Odisseo
Keywords consistency
Keyword Content Title Description Headings
di 68
che 57
il 34
è 32
28
del 27
Headings
H1 H2 H3 H4 H5 H6
1 0 7 1 2 0
Images We found 15 images on this web page.

SEO Keywords (Single)

Keyword Occurrence Density
di 68 3.40 %
che 57 2.85 %
il 34 1.70 %
è 32 1.60 %
28 1.40 %
del 27 1.35 %
la 26 1.30 %
si 17 0.85 %
padre 16 0.80 %
Jay 14 0.70 %
una 12 0.60 %
al 12 0.60 %
figlio 11 0.55 %
cui 11 0.55 %
quello 11 0.55 %
sono 10 0.50 %
suo 10 0.50 %
pag 10 0.50 %
Dan 9 0.45 %
Odisseo 9 0.45 %

SEO Keywords (Two Word)

Keyword Occurrence Density

SEO Keywords (Three Word)

Keyword Occurrence Density Possible Spam

SEO Keywords (Four Word)

Keyword Occurrence Density Possible Spam

Internal links in - cogitoetvolo.it

Tu meriti di vivere
Tu meriti di vivere | Cogito et Volo
Armonizzare il dolore: la musicoterapia
Armonizzare il dolore: la musicoterapia | Cogito et Volo
«Promettetemi di non levarle un filo dintorno»
«Promettetemi di non levarle un filo dintorno» | Cogito et Volo
“Autore di fumetti, romanzi e mille altre cose”: Stefano Labbia
"Autore di fumetti, romanzi e mille altre cose": Stefano Labbia | Cogito et Volo
Facebook non è più Facebook
Facebook non è più Facebook | Cogito et Volo
The Favourite
The Favourite | Cogito et Volo
Attualità
Attualità | Cogito et Volo
Lifestyle
Lifestyle | Cogito et Volo
Racconti e poesie
Racconti e poesia | Cogito et Volo
Interviste
Interviste | Cogito et Volo
Cultura e libri
Cultura e libri | Cogito et Volo
Cinema e TV
Cinema | Cogito et Volo
Musica
Musica | Cogito et Volo
Attualità
Attualità | Cogito et Volo
Il problema della politica nelle aziende
Il problema della politica nelle aziende | Cogito et Volo
Cinema e TV
Cinema & TV | Cogito et Volo
Teatro
Teatro | Cogito et Volo
Donne, teatro e tante restrizioni
Donne, teatro e tante restrizioni | Cogito et Volo
Un luogo dove si giuoca a far sul serio
Un luogo dove si giuoca a far sul serio | Cogito et Volo
Rincorrendo un desiderio
Rincorrendo un desiderio | Cogito et Volo
Macbettu ha mortu su sonnu
Macbettu ha mortu su sonnu | Cogito et Volo
Roseline
Roseline | Cogito et Volo
Cultura e libri
Cultura e libri | Cogito et Volo
Gertrude Bell
Gertrude Bell | Cogito et Volo
8 dettagli inaspettati del mio viaggio on the road in Bulgaria
8 dettagli inaspettati del mio viaggio on the road in Bulgaria | Cogito et Volo
I ricordi del mare
I ricordi del mare | Cogito et Volo
Lifestyle
Lifestyle | Cogito et Volo
Diventa ciò che vuoi
Diventa ciò che vuoi | Cogito et Volo
Racconti e poesie
Racconti e poesie | Cogito et Volo
Pochi secondi di immensa ansia
Pochi secondi di immensa ansia | Cogito et Volo
Dialogo al finestrino
Dialogo al finestrino | Cogito et Volo
Il lungo viaggio
Il lungo viaggio | Cogito et Volo
CV Talents
CV Talents | Cogito et Volo
Musica
Musica | Cogito et Volo
Interviste
Interviste | Cogito et Volo
Chi siamo
Chi siamo | Cogito et Volo
Statuto dell’Associazione
Statuto Associazione "Cogito et Volo" | Cogito et Volo
Iscrizione alla Newsletter
Iscrizione alla Newsletter | Cogito et Volo
News dalla redazione
Redazione | Cogito et Volo
Privacy policy
Privacy Policy | Cogito et Volo
Elisabetta Ciavarella
Elisabetta Ciavarella | Cogito et Volo
Susanna Ciucci
Susanna Ciucci | Cogito et Volo
Federica La Terza
Federica La Terza | Cogito et Volo
Francesco Pirrotta
Francesco Pirrotta | Cogito et Volo
Martina Raule
Martina Raule | Cogito et Volo
Alvise Renier
Alvise Renier | Cogito et Volo
Sabrina Sapienza
Sabrina Sapienza | Cogito et Volo
Chiara Tomasella
Chiara Tomasella | Cogito et Volo
Rossella Azzara
Rossella Azzara | Cogito et Volo
Elisa Bonaventura
Elisa Bonaventura | Cogito et Volo
Leonardo Brazzoni
Leonardo Brazzoni | Cogito et Volo
Domenico Cassese
Domenico Cassese | Cogito et Volo
Laura Ciampi
Laura Ciampi | Cogito et Volo
Mattia Conselvan
Mattia Conselvan | Cogito et Volo
Giuseppe Currao
Giuseppe Currao | Cogito et Volo
Alberto Ferro
Alberto Ferro | Cogito et Volo
Mirjam Frakulla
Mirjam Frakulla | Cogito et Volo
Michela Guidotto
Michela Guidotto | Cogito et Volo
Alessandro Lutman
Alessandro Lutman | Cogito et Volo
Elia Mastriani
Elia Mastriani | Cogito et Volo
Giada Mattiuzzi
Giada Mattiuzzi | Cogito et Volo
Sara Migliorini
Sara Migliorini | Cogito et Volo

Cogitoetvolo.it Spined HTML


I ricordi del mare | Cogito et Volo Breaking Tu meriti di vivere Armonizzare il dolore: la musicoterapia «Promettetemi di non levarle un filo dintorno» “Autore di fumetti, romanzi e mille altre cose”: Stefano Labbia Facebook non è più Facebook The Favourite Senz’altro Come funziona l’All You Can Eat giapponese? Wattys 2018 – Consigli di lettura! Don’t worry, He Won’t Get Far On Foot Search Facebook Twitter Instagram Youtube Cogito et Volo Un luogo comune senza luoghi comuni Navigate Home Attualità Lifestyle Racconti e poesie Interviste Cultura e libriTalkiee TV Musica HomeCultura e libriIn libreriaLibri "must" I ricordi del mare 0 Un libro scritto con parole alate Di L'oppure - sab 4 agosto 2018 Libri "must" Le ragioni per cui un libro può piacere sono molte. C’è il lettore che si immedesima; c’è quello che è invidioso dell’abilità dell’autore perché a sua volta vorrebbe essere uno scrittore tanto capace; c’è quello che ha bisogno di conforto; c’è quello che ama il rumore silenzioso delle parole. E infine c’è anche il lettore che è tutte queste cose insieme – più molte altre. Assaporare questo turbinio di sentimenti – al recent ruvidi e delicati – rappresenta e sussume quella che è stata l’esperienza di leggere l’ultimo romanzo di Daniel Mendelsohn – scrittore e professore americano (di origini ebree) di lettere classiche. Dal titolo categoricamente didascalico: Un’Odissea – un padre, un figlio e un’epopea. Ho osservato l’immagine di copertina per settimane prima di acquistare il libro. Qualcosa mi turbava. L’autore lo conoscevo già – grazie al successo del suo romanzo precedente, Gli Scomparsi –, ma l’idea di rifarsi ancora una volta alla relazione tra Odisseo ed il figlio Telemaco – per poi sovrapporla ad una personale epopea interiore – non mi soddisfaceva. Anzi – sono sincero – la sua banalità mi risultava sterile. Eppure – alla fine – l’ho comprato; il fascino immortale dei racconti omerici deve avermi richiamato all’ordine. O forse, il desiderio di essere anch’io un insegnante un giorno. Ma questa è un’altra storia. È difficile riferire di cosa parli. La storia prende forma quando il padre dell’autore – Jay Mendelsohn, matematico in pensione – chiede al figlio se può assistere al suo seminario sull’Odissea dedicato ai ragazzi del primo anno del Bard College. Una full immersion di alcuni mesi – da gennaio a maggio – per discutere ogni settimana dei ventiquattro libri del poema omerico. Un’impresa titanica, che però si scoprirà rivelatrice:  del testo per i ragazzi; del padre per Mendelsohn figlio. Esattamente come nel libro sedicesimo Telemaco incontra e riconosce il padre, Daniel, tassello dopo tassello, ricostruisce l’animo di un padre che non pensava di poter comprendere così a fondo. Un romanzo, quindi, che tratta dell’archetipo del Bildungsroman(romanzo di formazione) – l’Odissea -, e che diventa esso stesso storia di una crescita. Come se non fosse né attivo, né passivo, ma seguisse la terza possibilità di declinazione del verbo greco: il medio. Che riesce a rendere la stessa parola soggetto ed oggetto, come un uomo che è sia padre che figlio: è il caso di Odisseo; è quello di Jay; è quello di Dan. Così, la grammatica di una lingua diventa la grammatica dell’animo di un luogo viaggio. Anzi, di un’odissea, che è «l’unica parola della lingua inglese in grado di trasmettere tutte le differenti risonanze che si ritrovano separatamente in voyage, journeye travel» (Un’Odissea, Einaudi, pag. 26,). Ma l’Odissea è ancora più chiara riguardo quale tipo di viaggio abbia intrapreso il suo eroe. Egli sta tornando a casa. Il suo è un nostos(viaggio di ritorno), che trae ragion d’essere dall’immobile lontananza dalla moglie, dal figlio e dalla sua patria; mancanza – che sfuma nel dolore – che in greco si esprime con la parola algos. Eppure, i lunghi dieci anni in cui Odisseo ha errato per il Mediterraneo di ritorno da Troia, non convincono il padre di Mendelsohn: per Jay Ulisse non è un eroe – «Non è un eroe, perché piange. Non è un eroe, perché tradisce la moglie. Non è un eroe, perché gli dei lo aiutano in continuazione!» (Ibidem, pag. 273). Gli eroi sono altri per Jay. E lui lo sa, perché lui ha visto la guerra. Si instaura così – ad ogni lezione – un dialettica esistenziale fra Jay, Dan ed Odisseo. Ognuno alla ricerca di qualcosa. Ma chi sostiene di stare cercando, non è forse che sa già cosa, chi e dove lo potrà trovare? Nella grotta di Calipso, durante un’escursione della crociera a tema sull’Odissea che i Mendelsohn fanno a metà del semestre, Dan trova la mano di Jay. Il padre è pronto a proteggerlo dalla paura della claustrofobia. E questa goccia di empatia – che il figlio racconta d’aver vanamente cercato per tutta la sua infanzia – si ricollega all’intreccio della dinamica del riconoscimento. La mano del padre riconosce quella del figlio. Nell’Odissea, invece, Telemaco riconosce il padre solo dopo che questi sceglie di rivelarsi. Mentre, nell’ultimo libro, Odisseo non riesce a mantenere il suo segreto troppo lungo, e si rivela al padre. Vorrebbe metterlo alla prova, come aveva fatto con Penelope ed il figlio, ma le lacrime del vecchio glielo impediscono. Così Ulisse si rivela al padre quasi immediatamente, certificando una verità che, verso la fine del seminario, Dan Mendelsohn comincia a sospettare, perché l’ha già sentita da qualche parte: «Nessuno conosce la propria nascita da solo» (dice Telemaco all’inizio del poema). Sicché, al professore, come un lampo, sorge ancora un’altra domanda: «Perché agli occhi di Omero, l’unica bugia davvero inimmaginabile è quella che un figlio potrebbe dire a suo padre?» (Ibidem, pag. 260). Insomma: per Omero, al proprio padre non si può mentire. Ma forse, è solo una questione di ascolto. Sì, basta ascoltare. E a ricordaglielo sono coloro che danno un senso al suo lavoro. D’altronde la storia indica l’insegnamento come cifra esistenziale del relativismo umano (quasi alla Pirandello), benché «Una delle stranezze dell’insegnamento è che non puoi mai sapere quale effetto farai sugli altri» (Un’Odissea; pag. 241, Einaudi) – dice appunto l’autore all’inizio del capitolo dedicato all’Anagnōrisis (riconoscimento). Riconoscimento e insegnamento, dunque, si compenetrano, sostenuti da una «sintonia tra elaborazione sintattica, nettezza argomentativa e divagazioni erudite» (Alessandro Piperno; laLettura, numero #328), cui si affianca una ritmo empatico capace di smuovere l’animo più nebuloso. È, infatti, proprio uno degli studenti del seminario che un giorno, riferendosi all’episodio del Ciclope, chiede al professore: «Secondo lei, potremmo definirla una storia sull’ascolto? Su come la prospettiva da cui ci si pone influenza quel che si ascolta? Cioè, in questa storia il vero problema è che fin dall’inizio Polifemo sente solo ciò che vuole» (Un’Odissea, pag. 276, Einaudi). Certo, Jay non aveva mai parlato abbastanza, ma ora era lì, accucciato nel suo angolo all’interno della grande sala del Bard College, e Dan non riusciva ad ascoltarlo. Per tutti quei mesi aveva sentito solamente se stesso e le sue idee. O l’immagine che il tempo gli aveva consegnato del padre. Ma finalmente arriva quella frase. Quando un pomeriggio, durante la lezione dedicata al riconoscimento tra Odisseo e Penelope (libro ventitreesimo), Jay dice: «Sua madre era stupenda». E poco dopo, a cena, continua ricordandogli che «Se in una coppia queste cose ci sono, ti tengono legato anche quando tutto il resto è diventato irriconoscibile». Queste, sono le piccole cose. I dettagli, quelli che la lingua greca è così attenta a sottolineare. Lingua che Jay non conosce, ma che sembra definire ciò che di lui non si vede. Al resto pensa l’inglese: «La verità sta su da sola – e ogni persona che crede in lei – sta su spavalda» (E. Dickinson, Centoquattro poesie; pag. 101, Einaudi). Verrebbe da chiedersi quale sia la verità di Jay, ma forse non conta così tanto. Qualche filosofo la chiamerebbe verità esperienziale; qualche scrittore, la verità dei ricordi. D’altronde sono questi che permettono alla nutrice di Odisseo di riconoscerlo, pulendo la cicatrice sulla gamba. E sono ancora i ricordi che Dan sente raccontare dagli amici, e dalla musica Jazz che Jay tanto amava, a trasmettergli un’immagina a tratti struggente del padre. Si inerpica così un paradosso in questa piccola storia: i ricordi sono la chiave del futuro. Ma non di quello lontano – quello che verrà fra cento anni -, no. I ricordi parlano del futuro di cui non si ha contezza, di quello che si fonde osmoticamente col presente, e ne costituisce una visione effimera. Come se le memorie del passato avessero effettivamente ciò di cui parla Omero: «epea pteorenta» («parole alate»), capaci di raggiungere ogni angolo della nostra vita. E meno male che volano: la nostra vita è immensa (racconta Barrico in Novecento). Suona quasi banale, eppure non c’è altro luogo su cui queste parole potrebbero volare, che non sia il mare. Quello in cui erra Odisseo, quello su cui viaggiano Dan e Jay, quello che tutti noi deduciamo infinito. Eppure, è indubbiamente qui il suo segreto. Nella sua ontologica certezza di essere chiuso, limitato. Odisseo, quando tocca terra, prima di essere sopraffatto dall’affetto per le persone a lui care, ha paura. Del tedio. Di ciò che vede, infatti, non riesce a scorgerne la fine. Il tempo gli ha quasi fatto dimenticare ciò che sperava di trovare. La potenza non sembra corrispondere all’atto. Ma l’amore si rivela salvifico. L’amore tra padre e figlio, e tra moglie e marito. Suona banale anche questo? Chiedetelo a Jay e Dan, che continuava a ripetere sottovoce la frase di suo padre «Sua madre era stupenda». «Perché non gliel’aveva mai detto?» – continuava a chiedersi. Chissà. Forse perché come dice Aristotele « il miglior genere di trama è quello in cui riconoscimento e rovesciamento coincidono» (Un’Odissea; pag. 243, Einaudi). Ma ciò forma una storia. E poco prima che Jay bussi alle porta del cielo, è proprio questo che dice la moglie a Dan: «io […] ho bisogno di una storia» (Un’Odissea; pag. 289, Einaudi). Il segreto dev’essere nei ricordi del mare, che è ciò che lega ogni cosa di questo libro. Sì, dev’essere così: Saffo: È monotono qui, Britomarti. Il mare è monotono. Tu che sei qui da tanto tempo, non ti annoi? Britomarti: Preferivi quand’eri mortale, lo so. Diventare un po’ d’onda che schiuma, non vi basta. Eppure cercate la morte, questa morte. Tu perché l’hai cercata? Saffo: Non sapevo che fosse così. Credevo che tutto finisse con l’ultimo salto. Che il desiderio, l’inquietudine, il tumulto sarebbero spenti. Il mare inghiotte, il mare annienta, mi dicevo. Britomarti: Tutto muore nel mare, e rivive. Ora lo sai. (Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò; pag. 47, Einaudi). Anche se, in lontananza, mi sembra di sentire Jay che legge il primo racconto del figlio, e gli dice «È magnifico Dan. Però non credere a queste stronzate sull’amore» (Un’Odissea; pag. 293, Einaudi). Articolo di Davide Spinelli, originariamente apparso su L’oppure SCHEDA DEL LIBRO Titolo: I ricordi del mare Autore: Daniel Mendelsohn Genere: Romanzo Editore: Einaudi Età minima consigliata: anni Pagine: 320 Tags: librimareOdissearecensione Facebook Twitter Google+ LinkedIn increasingly Pinterest Tumblr Email L'oppure L’oppure è il nuovo modo di vivere il territorio, un progetto giovane e dinamico che si pone l’obiettivo di raccontare il patrimonio culturale, storico, artistico ed enogastronomico delle nostre terre. L’arte, il cinema, la musica e la letteratura sono alcuni dei protagonisti di questo racconto, assieme ai festival e alle manifestazioni che animano le città in cui L’oppure è presente. Website Articolo PrecedenteLa letteratura di viaggio Prossimo Articolo Dialogo al finestrino Articoli correlati Stoner, ovvero l’inaspettata poesia della mondanità Sette brevi lezioni di fisica Grazie per essere arrivato tardi Ultimi articoli pubblicati lun 1 ottobre 2018 Tu meriti di vivere ven 28 settembre 2018 Armonizzare il dolore: la musicoterapia gio 27 settembre 2018 «Promettetemi di non levarle un filo dintorno» mar 25 settembre 2018 “Autore di fumetti, romanzi e mille altre cose”: Stefano Labbia lun 24 settembre 2018 Facebook non è più Facebook Ultimi commenti Gilberto Ongaro su Quando il successo nasce dal fallimento: intervista ai Pinguini Tattici Nucleari mar 16 gennaio 2018 Sempre mitici anche nelle interviste, vi divertite a pensare alle… Leggi Tutto Anna Tonazzi su Caro lettore, mi chiamo Liceo classico lun 15 gennaio 2018 Infatti, perchè mai non dovrebbero potere? Anna Tonazzi su Caro lettore, mi chiamo Liceo classico lun 15 gennaio 2018 Sono d'accordo e infatti non ho detto nulla sulle altre… Leggi Tutto COGITOETVOLOHome Chi siamo Statuto dell’Associazione Iscrizione alla Newsletter News dalla redazione Privacy policy Contattaci In redazione   Elisabetta Ciavarella, Susanna Ciucci, Federica La Terza, Francesco Pirrotta, Martina Raule, Alvise Renier, Sabrina Sapienza, Chiara Tomasella Collaboratori   Rossella Azzara, Elisa Bonaventura, Leonardo Brazzoni, Domenico Cassese, Laura Ciampi, Mattia Conselvan, Giuseppe Currao, Alberto Ferro, Mirjam Frakulla, Michela Guidotto, Alessandro Lutman, Elia Mastriani, Giada Mattiuzzi, Sara Migliorini, Andreea Ioana Nicolae, Sara Properzi, Davide Spinelli, Giacomo Taggi, Anna Tonazzi, Guido Vassallo, Sveva Vitale I contenuti di questo blog sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia. FacebookTwitterInstagramYoutube Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Chiudendo questo imprint o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all’uso dei cookie.OkNoMaggiori informazioni Revoca