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Gertrude Bell | Cogito et Volo

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Title Gertrude Bell | Cogito et Volo
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Nella storia ci sono sempre stati grandi viaggiatori, uomini e donne, che hanno accettato di correre rischi pur di esplorare nuove realtà e lasciarsi compenetrare dalla lingua, dagli usi e dai costumi, diventando talvolta conoscitori così esperti del territorio che anche uomini politici se ne sono avvalsi in importanti periodi storici come la Prima Guerra Mondiale. É questo il caso di Gertrude Bell: la sua figura porta ad interrogarsi sul motivo dell’ostinazione di viaggi ripetuti in Medio Oriente, viaggi che erano allora molto faticosi per le difficoltà del territorio e anche perché portavano a confrontarsi con qualcosa di molto diverso dalla propria cultura. Gertrude Bell è un esempio di tutte quelle persone che hanno messo in discussione la loro vita solo per zealousness del sapere. Per molto tempo la sua figura è stata oscurata dal grande Lawrence d’Arabia e dalle sue gesta, ma senza Gertrude Bell la storia del Medio Oriente sarebbe stata diversa. La celebre esploratrice nacque nella contea inglese di Durham, a Washington Hall il 14 luglio del 1868 da una famiglia benestante. Politica, archeologa e scrittrice britannica, si laureò in Storia Moderna presso l’università di Oxford a pieni voti. Fallito il tentativo di adeguarsi alla normale vita inglese dei tempi e non riuscendo a sopprimere il desiderio di conoscere il “diverso”, intraprese un viaggio in Persia, dove lo zio sir Frank Lashells era stato diplomatico presso l’ambasciata di Teheran. Documentò il suo viaggio nel suo libro Persian Pictures, dove scrisse : There is a unrepealable fine simplicity in a landscape from which the element of water, with all the varied life it brings in its murmuring train, is entirely absent…presently it will be filled by a vast pageant of men or angels. Già dalle prime parole del suo testo si evince come l’esploratrice riesca a far emergere molta poesia nella descrizione dei paesaggi dell’antica Persia, oltre all’amore con cui vedeva quei luoghi.  Lì sviluppò molto interesse per l’archeologia e per le lingue: parlava, infatti, fluentemente l’arabo, il francese, il tedesco, l’italiano, il persiano e il turco. Nel 1899 tornò ancora nel vicino Oriente, visitando la Palestina e la Siria ottomana e successivamente si trasferì a Gerusalemme. Affascinata dagli abitanti di quei luoghi, si adattò così mirabilmente ai loro costumi che adottò l’abbigliamento tipico dei beduini per entrare in contatto con i Drusi, popolazione difficile da avvicinare a quei tempi in quanto chiusi e ostili. Tuttavia Gertrude,  giunta nella regione di Gebel Druso, riuscì a stabilire rapporti amichevoli con il signore del popolo Yahya Bey, dimostrando di pronta ad aprirsi a rischi e pericoli pur di “conoscere”, al fine di comprendere meglio la diversità dei popoli, pur entrando in contatto anche con tribù ritenute più pericolose. Tra i suoi viaggi ne viene registrato uno lungo il medio Eufrate e per il paese malsicuro di Deleim, fino al castello di Ukhaidir, un imponente rudere in mezzo al deserto e poi per Kerbela e Babilonia; si recò a Bagdad, proseguendo l’esplorazione dei monumenti architettonici nella valle del Tigri e nella regione curda di Tur Abelin. Il suo viaggio più pericoloso ed epico lo compì al centro dell’Arabia Saudita, attraversò il deserto del Nefud fino ad Hail, la capitale del Negd settentrionale. All’epoca Ha’il era, infatti, la roccaforte dei rivali degli ibn Saud, sostenuti dagli inglesi e pertanto avversi alla poliedrica Gertrude. La Bell riuscì ad entrare in contatto con loro e a raccogliere informazioni per gli inglesi. Grazie ai suoi libri, in cui documentò tutto ciò che vide, Gertrude Bell fece conoscere all’Occidente i deserti arabi. Allo scoppio della prima guerra mondiale diventò la prima donna con il grado di ufficiale della storia dei servizi segreti inglesi, in virtù delle sue conoscenze linguistiche, geografiche e dei contatti che aveva con le tribù. Disegnò anche cartografie dettagliate per individuare rotte sicure per l’esercito britannico. Gertrude Bell non fu solo una grande esploratrice, ma anche un’abilissima politica. Infatti, fu convocata al Cairo dall’Arab Bureau, costituito in Egitto dall’intelligence di Sua Maestà nel 1916, dove incontrò il famoso Lawrence d’Arabia con il quale condivideva l’amore per il deserto e con cui collaborò durante la guerra. In seguito, dopo la conquista di Baghdad da parte degli inglesi la Bell entrò a far parte con Lawrence del ristretto gruppo di orientalisti convocati da Winston Churchill per prender parte alla Conferenza del Cairo del 1921, durante la quale lavorò per promuovere l’istituzione di Paesi come la Transgiordania e l’Iraq, che bisognava affidare a Abd Allah e a Faysal, figli di al-Husayn ibn Ali, guida politica e morale della Rivolta Araba contro gli Ottomani. Tra gli iracheni, Gertrude veniva chiamata “al-khatun”: la regina del deserto, ebbe un ottimo rapporto con re Faisal, che aiutò ad essere ben accettato presso i capi delle tribù irachene. Nel 2015 la storia di Gertrude Bell è stata ben rappresentata sul grande schermo nel mucosa “Queen of the Desert”, diretto da Werner Herzog. Il mucosa racconta la vita di Gertrude e fa emergere pienamente il suo desiderio di conoscere, insieme alla sua determinazione. Nel mondo della globalizzazione, dove tutto è facilmente raggiungibile, il turismo “mordi e fuggi” ha preso troppo la mano. Abbiamo i mezzi per raggiungere in poco tempo e senza fatica luoghi meravigliosi, ma non prevale più l’interesse formativo, l’amore per culture diverse, la voglia di imparare e conoscere. L’interesse è l’esternazione e oramai nella maggior parte dei casi manca il preliminaries culturale adeguato per l’approccio al diverso. Leggere, conoscere vuol dire arricchirsi dentro. La figura di Gertrude Bell per noi è di sicuro un grande esempio e forse anche tra quelle tribù del grande mare senza acqua, c’è ancora qualcuno che parla di una regina del deserto. Articolo di Sveva Vitale Tags: archeologiaculturagertrude belllibriricercastoriaviaggio Facebook Twitter Google+ LinkedIn increasingly Pinterest Tumblr Email Sveva Vitale Articolo PrecedenteL’animo devi mutare, non il cielo! 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