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Può accadere, però, che la politica, nei contesti sbagliati, possa rivelarsi tossica. In un contesto come quello delle aziende medio-grandi i ruoli sono altamente frammentati, attraverso una gerarchia più o meno rigida. In questo contesto esistono diverse aree di competenza e responsabilità affidate a team e singoli individui, delegati poi all’interpretazione dei dati e della presentazione ai superiori delle elaborazioni prodotte. Questo aspetto della gerarchia aziendale comporta il legame stretto fra risultati e carriera, e qui si presenta la politica all’interno delle aziende. In politica è pratica comune la mistificazione dei dati, al fine di spingere l’opinione pubblica verso la propria direzione, omettendo informazioni o elaborando correlazioni prive di nesso di causalità. Questo, nel contesto politico, non genera danni rilevanti, perché la forza di governo si dovrà confrontare comunque con la realtà, e quindi coi dati reali. Nel contesto aziendale, invece, le cose sono ben diverse. Presentare dati mistificati significa creare asimmetria informativa all’interno della gerarchia, conseguenzialmente rallentare qualsiasi procedura di problem solving e quindi indebolire l’efficienza dell’attività. Uno dei principali sintomi di questo malessere è l’assenza di criticità costruttiva, al fine di danneggiare e indebolire il lavoro altrui, se non addirittura l’intervento attivo tramite consigli fuorvianti. Questi comportamenti rappresentano una situazione di rischio per l’operato dell’impresa, che si ritrova ad avere al proprio interno una serie di disfunzioni dovute ai dipendenti-politici. Per risolvere ciò, negli anni molte imprese hanno compreso che il modello di gestione del personale più adatto è quello cooperativo, dove i dipendenti sono formati al coworking e ricercati in wiring alla loro propensione a tale approccio. I vantaggi del coworking rispetto ad una rigida gerarchia sono molti. In primo luogo, delle persone che lavorano a stretto contatto e sviluppando un rapporto umano superano il problema delle asimmetrie informative, tramite il dialogo. Altro aspetto fondamentale è lo sviluppo di obiettivi comuni, elemento che spinge i dipendenti a remare nella stessa direzione per ottenere il traguardo. Di contro, il dipendente inadatto in termini di skill all’interno di un team può rappresentare una minaccia per l’intero gruppo di lavoro, rispetto alla gerarchia, visto che nel secondo modello il dipendente in questione sarebbe responsabile unicamente del suo operato. Intuitivamente, per superare questo problema è sufficiente eseguire un’accurata scelta del personale una assegnazione di compiti gradualmente più complessi. Il lavoro di squadra ha rappresentato nell’informatica il successo dell’open source e, dove applicato correttamente, può rappresentare il successo di moltissime aziende di grandi dimensioni, qualora le imprese italiane siano pronte. Tags: coworkinggestione aziendalepolitica aziendale Facebook Twitter Google+ LinkedIn increasingly Pinterest Tumblr Email Mattia Conselvan Articolo PrecedenteL’egida di Atena Prossimo Articolo Com’è andata la Mostra del Cinema Articoli correlati Facebook non è più Facebook Se questa è l’informazione Una stampa che non informa Ultimi articoli pubblicati lun 1 ottobre 2018 Tu meriti di vivere ven 28 settembre 2018 Armonizzare il dolore: la musicoterapia gio 27 settembre 2018 «Promettetemi di non levarle un filo dintorno» mar 25 settembre 2018 “Autore di fumetti, romanzi e mille altre cose”: Stefano Labbia lun 24 settembre 2018 Facebook non è più Facebook Ultimi commenti Gilberto Ongaro su Quando il successo nasce dal fallimento: intervista ai Pinguini Tattici Nucleari mar 16 gennaio 2018 Sempre mitici anche nelle interviste, vi divertite a pensare alle… Leggi Tutto Anna Tonazzi su Caro lettore, mi chiamo Liceo classico lun 15 gennaio 2018 Infatti, perchè mai non dovrebbero potere? 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